
rapporto nuovo
Rispetto al 2012 le tasse universitarie in Italia crescono del 3%. Le università del Nord si confermano più care rispetto a quelle del Centro-Sud. Questi sono i dati che emergono dal “4° Rapporto Nazionale Federconsumatori sui Costi degli Atenei Italiani”. Dati che smascherano la retorica “dell’università italiana quasi gratuita” costruita nel nostro paese da molti politici ed opinionisti.
Come già emerso nel Rapporto “Education at Glance OCSE 2012”, l’università italiana è terza, dopo Regno Unito ed Olanda, tra i paesi europei per ammontare medio delle tasse universitarie e tredicesimo su quindici per beneficiari di servizi del diritto allo studio.
Le università lombarde si confermano le più care del paese con rate in media da 650€ a 3.500€. Le università meridionali confermano importi medi più bassi, ma, come emerso sulla stampa negli scorsi mesi, hanno già di fatto raddoppiato gli importi delle nel periodo 2004-2012 (Salento +167%, Reggio Calabria + 119%, Palermo + 110%, Federico II +94%).
La situazione, però, è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Il Governo Monti nel corso del suo mandato ha emanato alcuni provvedimenti che rappresentano “l’alibi perfetto” per permettere ai Rettori di assestare il colpo finale nelle tasche degli studenti italiani:
1- la Legge n. 135/12, denominata Spending Review, ha di fatto abbbattuto il vincolo del 20% del rapporto tra contribuzione studentesca e Fondo di Finanziamento Ordinario (eliminando gli studenti fuori-corso dal computo totale), permettendo alle università di raddoppiare le tasse per gli studenti in corso e triplicare quelle per gli studenti fuori corso,
2- il Decreto Ministeriale n. 47/13 (c.d. AVA) e il Decreto Reclutamento n. 49/13 legano in maniera inossidabile la possibilità di reclutamento di nuovi docenti, dopo 5 anni di blocco del turn-over, all’aumento del gettito derivante dai contributi studenti, in questo modo si intende giustificare l’aumento delle tasse con il mantenimento di una già scarna offerta formativa,
3- la “Riforma ISEE” introdotta nel Decreto Salva-Italia (Dl n. 201/2011) comporterà un generale aumento del indicatore per tutte le famiglie, in quanto i beni immobili verranno considerati al 60% del valore rispetto all’attuale 20%. L’entrata in vigore è prevista per Febbraio 2014, questo vorrà dire che in tutti gli atenei dovranno essere ridiscussi i regolamenti tasse per adeguare le fasce e gli algoritmi di calcolo al nuovo valore. Di fatto rappresenterà una ghiotta occasione per i Rettori italiani per aumentare le tasse negli atenei.
Come LINK – Coordinamento Universitario crediamo che sia inaccettabile poter anche solo pensare di far pesare sulle tasche degli studenti il peso di funzionamento delle università. Le politiche di austerity hanno portato le università ad essere finanziate in misura sempre crescente dai contributi studenti.
Riteniamo necessario abolire quella serie di norme che oggi impediscono una reale possibilità di accesso degli studenti all’università, fra questi sottolineiamo che sarebbe utile approvare la proposta di legge che oggi si trova in discussione alla Camera dei Deputati che abroga la norma sui fuoricorso contenuta nella Spending Review.